Ho appena finito L’atelier dei miracoli (il libro esce in Italia, per Salani, il 23 gennaio, con traduzione di Riccardo Fedriga), un bel romanzo dove i sentimenti e le emozioni la fanno da padroni. Ma quello che mi ha conquistato della francese Valérie Tong Cuong è stata la scrittura: fluida, calda, cristallina.
La storia poi ha l’andamento di un trhiller, anche se definirlo tale questo romanzo è un po’ una forzatura. Il fatto sta che era ogni volta un piacere pregustato e atteso quello di ri-immergermi nella storia.
L’atelier dei miracoli è un romanzo sull’esistenza, sul dolore di doversi confrontare con la propria incapacità di essere ciò che davvero si desidera e sulle seconde possibilità. Già, perché quello che prevale è forse proprio un crescente ottimismo, quasi buonista e che sa di sogno più che di realtà, ma che incatena i personaggi ed il lettore con loro. Può davvero la vita offrirti una seconda possibilità, su un piatto d’argento?
Ci sono momenti, nella vita di una persona, in cui sembra che nulla vada come deve andare. Già.
Una professoressa prigioniera della propria vita che crolla per un presunto esaurimento nervoso, una giovane donna perseguitata dal suo passato che finge un’amnesia, un disertore dell’esercito che vive in strada come un barbone. Tre esistenze maltrattate dalla vita e che si trovano ad un punto di rottura che pare definitivo. Eppure proprio quella rottura diventa l’origine di un nuovo inizio. Le loro storie si incrociano con quelle di Jean e del suo centro di riabilitazione di destini spezzati, l’Atelier dei miracoli. Ed una seconda possibilità viene offerta loro proprio quando pensavano di non avere più alcuna freccia al loro arco.
Tre nuove vite, che sembrano ricevute quasi in dono. Ma cosa ne faranno di queste loro nuove vite? E dove è il confine tra Bene e Male? Chi non ha mai incontrato una persona che aiutando, al tempo stesso, manipola?
Un romanzo sulla complessità dei rapporti umani ma anche su ciò che ciascuno di noi possiede, e che appare quando la vita cambia passo all’improvviso.
«L’Atelier dei miracoli è una favola sull’essere soli anche nel mezzo della folla, sulla complessità rapporti umani, sull’altruismo disinteressato. Ma è anche un libro su ciò che ciascuno di noi possiede, e che appare quando la nostra vita prende una direzione inaspettata». Dalla giuria che ha premiato L’Atelier dei miracoli con il Prix Nice – Baie des Anges
Il romanzo nel 2013 ha vinto anche il Prix de l’Optimisme
Ed ecco cosa dice l’autrice: «L’Atelier dei miracoli esplora la forza dell’intenzione, ma anche quella della benevolenza, della condivisione e dell’aiuto reciproco. E pone queste domande: fino a che punto ci si può spingere per aiutare gli altri? Con quale diritto decidere della loro felicità? Si aiutano gli altri per aiutare se stessi? Ma, soprattutto, ho voluto far vedere che è sempre possibile andare avanti, svelarsi, elevarsi, anche se questo ha un prezzo. Siamo noi gli artefici del nostro miracolo». Valérie Tong Cuong